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Gli Omen sono degli eventi ai quali è assegnato un particolare significato divinatorio: sono un segno, pesso naturale, che viene donato all’uomo dal destino, per prevedere un fatto che potrebbe essere positivo o anche negativo. La profezia è un’arte che prevede tanto allenamento, una sana dose d’interpretazione e perspicacia. Non si tratta di interpretare segni fissi in base a regole rigide, l’omen (presagio) diventa una fantasia che si autorealizza, perchè inconsciamente le attribuiamo un senso a seconda del contesto in cui avviene, della nostra situazione psichica, del ripetersi dello stesso avvenimento in determinate situazioni.
Il termine “omen” veniva utilizzato già in epoca romana per indicare la divinazione, che in Grecia veniva chiamata “kledon”. Gli “Omina” erano presagi che si ricavavano ascoltando le parole altrui. Una frase pronunciata da una persona, poteva avere significati del tutto diversi, se adattata alla situazione personale dell’ascoltatore. Dalle parole degli altri, le persone traevano presagi per adattarli alla propria situazione condizionando a volte decisioni importanti.
L’Omen era una specie di suggerimento divino, gli dei spiavano gli uomini e le loro azioni, e al momento opportuno si manifestavano inviando dei segnali in modo che l’uomo potesse correggere le sue azioni o fare delle scelte giuste.
Nelle credenze popolari troviamo tanti omen: “Rosso di sera, buon tempo si spera” è una delle tante interpretazioni che possono essere fatte con l’uso dell’omen. La scopa che cade annuncia novità, il gatto nero che passa da destra presagisce sfortuna, il latrare notturno dei cani è comunemente ritenuto presagio di eventi negativi, calpestare un escremento è invece presagio di fortunate vincite o incrementi economici, un gallo che canta fuori tempo può essere un vero e proprio segno dell’arrivo di qualche evento fuori dal normale.
Anticamente, un interprete di Omen conosceva a memoria circa 200/300 segni a cui dava un significato diverso. Nelle singole tradizioni popolari, fra detti e proverbi, si sono mantenuti intatti nei secoli molti Omen veri e propri, ma ne sono andati perduti anche moltissimi. Questo accade anche perchè gli omen non si possono trasmettere ad altri interpreti, sono frutto di sensazioni ed esperienze di carattere molto personale. L’interprete di omen non è come il cartomante che è interprete di segni prefissati e hanno la loro valenza in base al loro significato e alla posizione in cui si presentano: l’omen è un segno di avvertimento spesso confuso, che mette in allarme e di fronte a cui si investiga con la mente, o con la veggenza o con altre pratiche divinatorie. A conferma di tutto questo c’è la constatazione che lo stesso omen non ha sempre lo stesso significato: il gatto nero non porta sempre sfortuna e lo stesso è per altri segnali personali che un interprete colleziona e impara a (ri)conoscere nel tempo.Questa soggettività rende la conoscenza degli omen, molto ardua e complessa, in quanto, a differenza di una carta o una runa, l’Omen ha valore diverso in base ai diversi contesti, e richiede un’attenzione costante e quotidiana. Questi segni inoltre non arrivano sempre e con costanza, si dovrà dunque imparare sia ad attenderli, che a richiamarli a sè.
L’Omen può essere caratterizzato da un evento strano o insolito, ma non è necessariamente sempre così. Per poter avere una buona interpretazione, è molto importante esercitarsi con la sincronicità (rapporto tra ciò che si dice e ciò che accade intorno a noi), in quanto questo affina l’attenzione.
A volte gli Omen si verificano dopo un po’ di tempo, a distanza anche di mesi e in un altro luogo: spesso vengono riconosciuti a distanza di tempo, dopo che si sono manifestati più volte e riescono così ad essere notati.
Esistono due tipi diversi di Omen:
1 – Gli Omen isolati, dove il simbolismo non è così evidente da rendersi interpretabili alla prima comparsa, ad esempio nel caso che cada un coltello a terra, o che un uccello bussi alla finestra. Questi fatti sono riconoscibili solo in un secondo momento, bisogna fare attenzione a tutti i fatti insoliti o strani che capita di osservare. Non è consueto che un uccello si posi su un davanzale e picchi con il becco sul vetro della finestra, ma questo fatto può rivelarsi un Omen anche dopo del tempo.
2 – Gli omen contestuali, dove non ci si basa su avvenimenti insoliti, ma normali e quotidiani. Questi segni hanno un rapporto diretto con ciò che stiamo facendo, pensando o provando e diventano significativi solo perchè si verificano in un determinato momento. La percezione degli Omen contestuali richiede un’attenzione acuta e precisa, che vuol dire percepire gli stimoli semi-coscientemente. A volte siamo distratti e non badiamo tanto a ciò che accade intorno a noi, mentre è opportuno sviluppare la capacità di captare i segnali al volo.