Il timo è una pianta perenne appartenente al genere Thymus ed alla famiglia delle Lamiaceae. Ha portamento arbustivo, è alta fino a 40-50 cm, è molto ramificata. Cresce in tutta l’Europa e comprende più di 300 specie di piante, tutte simili tra di loro. Le sue foglie sono piccole e allungate, ricoperte da una fitta peluria in quasi tutte le specie. I fiori sono di colore bianco-rosato e si presentano tra maggio ed ottobre. I frutti sono degli acheni.A causa del gradevole profumo delle sue foglie e dei suoi fiori, la pianta è considerata appartenente al gruppo delle piante aromatiche.
La varietà più utilizzata nel nostro paese è rappresentata dal timo comune ( Thymus Vulgaris ) che cresce anche spontaneamente e che insieme al timo cedrato (Thymus Serpillum ), è quello maggiormente utilizzato per le sue proprietà curative. Comunemente chiamata serpillo, sarpullo, pepolino, fin dai tempi più antichi a questa pianta sono state attribuite molte proprietà terapeutiche; il suo olio essenziale era uno degli ingredienti che gli antichi egizi impiegavano per il processo di imbalsamazione. I cartaginesi ne sfruttavano invece le proprietà antisettiche e cicatrizzanti per ottenere, mischiandolo al grasso di capra, una crema che serviva ad arrestare il sangue delle ferite in battaglia. I Romani la bruciavano, ritenendo i suoi fumi in grado di tenere lontano gli scorpioni e, secondo gli scritti, veniva impiegata per bagni purificatori e come incenso nei templi. Era raccomandata da Plinio come antidoto per curare i morsi di insetti velenosi e sconfiggere il mal di testa. Nel XVII° secolo, l’erborista Nicholas Culpaper. consigliava l’uso del timo selvatico per trattare il sanguinamento interno, la tosse e il vomito. Linneo (1707-1778), naturalista svedese, usava il timo per curare le cefalee e i postumi dell’ubriachezza. Il timo, assieme a lavanda, rosmarino e salvia, era un ingrediente del famoso “Aceto dei quattro ladroni”, rimedio universale usato soprattutto durante le pestilenze e le epidemie in generale.
Le sue proprietà antisettiche sono conosciute sin dall’antichità e nell’”Herbario novo”(1585), un saggio rinascimentale di Castore Durante sulle piante medicinali, il timo veniva consigliato, cotto nel vino, per combattere l’asma e le infezioni della vescica. Inoltre, fino al primo dopoguerra, la maggior parte dei disinfettanti più diffusi era a base di timo.
Le parti utilizzate sono le foglie e le sommità fiorite, che si raccolgono alla fine dell’ estate.
Il principio attivo più importante e funzionale del timo, è il suo olio essenziale estratto, il timolo, conosciuto per le sue proprietà antisettiche, antiossidanti e battericide. Il timo contiene oli essenziali, flavonoidi, tannini e resine, una buona quantità di calcio e potassio, sodio, fosforo, ferro, magnesio, zinco, rame e manganese. Le vitamine contenute sono la A, alcune del gruppo B e la C.
Il timo ha azione digestiva, antispasmodica, espettorante ed antisettica; sotto forma di sciroppo è un ottimo calmante per ogni forma di bronchite catarrale e per la tosse convulsa dei bambini. Per le sue proprietà antisettiche, l’infuso di timo è indicato per lavaggi e sciacqui in caso di infiammazioni delle mucose. L’essenza, applicata localmente, è indicata contro i dolori della sciatica e quelli reumatici. Assumere timo significa anche stimolare l’appetito ed aiutare il processo digestivo, poche foglie di timo in una tazza di acqua bollente hanno un’azione disinfettante delle vie urinarie e dell’intestino, oltre a risultare utile in caso di dolori mestruali. Può anche essere usato per l’eliminazione dei batteri presenti all’interno delle scarpe, i quali generano spesso sgradevoli odori. In cucina viene ampiamente impiegato come pianta aromatica per insaporire carni e pesci. C’è un liquore chiamato “Dell’amore perfetto”, dove troviamo il timo come ingrediente principale, insieme a limone, cannella, vaniglia, macis (involucro esterno della noce moscata), coriandolo ed acquavite.
Il nome della pianta deriva dal greco “thymòs”, che ha anche il significato di anima, forza, soffio vitale e come altre piante dall’aroma gradevole, il timo era un simbolo di morte: in passato si credeva che l’anima dei defunti riposasse nei suoi fiori e che il suo profumo aleggiasse nei luoghi infestati dai fantasmi.
Nel Medio Evo le dame ricamavano spighe di timo nelle insegne dei loro cavalieri, affinchè il simbolo della pianta infondesse forza e vigore ai guerrieri in battaglia, rendendoli eroici e invincibili. In Gran Bretagna si credeva che il timo fosse la pianta preferita dalle fate e si poneva sotto il cuscino un rametto di timo, per tenere lontani gli incubi.
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Il timo ha un grande potere purificatorio ed è usato negli incantesimi per la guarigione: infatti bruciato o indossato, attira la buona salute e aiuta a sviluppare i poteri psichici. Posto sotto al cuscino, assicura un sonno ristoratore e allontana i brutti sogni. Un rametto di timo nei capelli, rende una donna irresistibile. Come i Greci, che lo bruciavano nei templi per purificarli, allo stesso modo il timo viene tuttora bruciato prima dei rituali magici per ripulire e purificare l’aria e l’ambiente.
A primavera, un bagno magico può essere fatto con maggiorana e timo, erbe che favoriscono l’allontanamento di tutti i dolori e le malattie passate. Se desiderate vedere le fate, annusate un rametto di timo, sedendovi sotto un sambuco fiorito, in una notte di luna piena.