I Tarocchi Marsigliesi
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“Le tarot de Marseille” sono tra i più antichi e famosi mazzi di carte per pronosticare il futuro. Cominciarono a girare in Europa alla fine del 400 e sembrano derivare da antiche simbologie espresse nel Libro di Enoch, testo apocrifo di origine giudaica, redatto nel I secolo a.C.
Gli antichi Tarocchi di Marsiglia sono un insieme costituito da una grande quantità di giochi differenti, che hanno in comune l’origine marsigliese, città in cui molti mastri cartai produssero , dal 1700 in poi, questi meravigliosi mazzi secondo un canone simile nei tratti e nei colori .
Giordano Berti,nella “Storia dei Tarocchi” scrive :”“Nonostante il nome che li distingue, i Tarocchi marsigliesi non sono nati a Marsiglia. In effetti questa città non è mai stata il massimo centro di produzione dei Tarocchi. L’aggettivo marsigliese entrò nell’ uso a partire dal 1930, quando la ditta Grimaud, per iniziativa del suo direttore, Paul Marteau, produsse una riedizione del gioco di Nicolas Conver, stampato a Marsiglia nel 1760 (…). Ma prima di Conver molti altri fabbricanti, non solo a Marsiglia, stampavano Tarocchi dello stesso tipo, imitando un modello che era divenuto ormai comune.”
Quindi a Marsiglia Nicolas Conver nel 1761, ristampò queste meravigliose carte nella loro smagliante colorazione verde, rossa, gialla e azzurra, colori più facilmente reperibili all’epoca, e carichi di antiche simbologie e suggestioni divinatorie.
Gli storici delle carte da gioco sono concordi nell’ affermare che il prototipo dei Tarocchi marsigliesi sia il mazzo prodotto a Parigi da Jean Noblet verso la metà del Seicento. Tuttavia, gli stessi studiosi sostengono che tale incisore non avesse inventato niente di nuovo, avendo elaborato un mazzo preesistente basato sulle figure degli antichi tarocchi milanesi.
Gli studiosi affermano che Il mazzo di Noblet, “segna un ulteriore passo in avanti nella creazione del modello marsigliese e al tempo stesso fa un salto indietro di oltre un secolo. Molte figure sembrano, infatti, copiate dal foglio Cary, vale a dire dai tarocchi milanesi del primo Cinquecento, i Visconti-Sforza. Tuttavia, non essendo giunti fino a noi né un mazzo completo di tarocchi milanesi , né uno di tarocchi francesi dei secoli XVI e XVII, non è possibile sapere fino a che punto Noblet si staccò dal modello che aveva adottato.”
Gli studiosi condividono il fatto che non sia possibile affermare che i Tarocchi di Noblet siano stati i primi, a presentare dalle caratteristiche tipiche dei marsigliesi. Semplicemente scorrendo le liste dei mastri cartai francesi, ci si rende conto di quanti mazzi siano oggi totalmente scomparsi senza lasciare alcuna traccia. Solo per questo fatto, dunque, è già possibile ipotizzare che, prima di Noblet, nel sud della Francia, siano stati prodotti altri giochi di Tarocchi.
Un altro mazzo di Tarocchi di Marsiglia, vicino per data a quello di Noblet, sono i Tarocchi di François Chosson (di cui si conserva un esemplare completo all’Historisches Museum di Solothurn, in Svizzera). Questo mazzo è stato definito dagli storici quale gioco marsigliese a tutti gli effetti. Il nome del fabbricante e la data di produzione (1C72, interpretabile come 1672) appaiono, come di consueto, sul 2 di Denari. Nel 2001 è stato dimostrato che la sua produzione è avvenuta a Marsiglia. Questa scoperta è stata di grande importanza perché ha consentito di retrodatare la produzione del più antico gioco marsigliese al 1608, laddove, convenzionalmente, era stata fissata un centinaio di anni dopo.
Un altro modello tra i più conosciuti e degni di nota dei tarocchi di Marsiglia , fu inciso su legno dal francese Claude Burdel nel 1751.
Egli aveva contrassegnato Il Carro con le sue iniziali, mentre la sua firma per esteso compare sul 2 di denari. Le figure sono intere e , relativamente agli Arcani maggiori , recano la denominazione in francese e sono contrassegnati da numeri romani. La morte non aveva nome. Le scritte erano in un francese sgrammaticato, spesso privo di accenti e apostrofi. Gli abiti delle figure, pur nella loro forte stilizzazione, si riferiscono a prototipi rinascimentali. Il mazzo fu poi rielaborato correttamente dal francese Grimaud, e ristampato nel XIX secolo.
In generale, i Tarocchi di Marsiglia hanno la caratteristica di avere un canone comune, cioè un insieme di connotazioni, di tratti, di disegni e di colori che li rendono omogenei tra loro. Possiamo distinguere così due grandi gruppi: I Tarocchi di Marsiglia classici e i Tarocchi detti di Marsiglia.
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